Storia e memoria dei disabili cognitivi di Graziano Terrani

“ Caro diario, scusa se ti ho dimenticato, ma adesso è diventato notte e io nella notte non ci vedo più, c’è solo una fata che mi fa aprire gli occhi per vedere…”. Questo è solo l’inizio di un testo delle centinaia scritti da Gianmaria, mio figlio, nato 49 anni fa con la Sindrome di Down, che per comunicare ha privilegiato la scrittura. Invece di esprimersi verbalmente scrive a modo suo le sue impressioni, pone le sue domande sui tovaglioli o fogli di carta igienica che poi lascia davanti alla camera da letto in modo che chi si alza per primo trova la missiva.

Si esprime anche con i disegni, con i collages di cartoni recuperati da una scatola pronta per il riciclaggio. E continua a scrivere, leggere, disegnare, fotografare.
36 diari, pensieri d’amore, centinaia di lettere a parenti, amici , a scrittori, compositori, musicisti, artisti incontrati nel corso di una vita intensa, piena di stimoli.

Mia moglie Gabriella, maggior dedicataria di missive affettuose e pensieri d’amore, ed io, raccogliendo e catalogando tutto ciò che Gianmaria ha scritto, disegnato e fotografato, ci siamo trovati con un tesoretto che permetterebbe ai più di conoscere, di capire e di valorizzare una persona diversamente normale, una persona con diversità cognitiva.

Ci siamo chiesti, davanti a 5 scatoloni di documentazione, dopo di noi chi si preoccuperà di salvare e di valorizzare questo piccolo patrimonio?
Abbiamo chiesto a questa o quella istituzione se fossero interessati ad occuparsi delle centinaia, migliaia di documenti che raccontano, in prima persona, la vita di Gianmaria.

Avventure immaginate, amori dichiarati e non, pensieri poetici, lettere, racconti e poesie aprono una finestra sul mondo, ancora poco conosciuto, delle persone diversamente normali che consegnano ai loro segni il compito di comunicare con noi.
Lo scorso anno uno spiraglio si è aperto in fondo al tunnel dell’indifferenza che, in poche settimane, è diventata una luce perpetua.

L’Archivio di Stato del Canton Ticino, nel settore delle Associazioni ticinesi, ha visto la possibilità di accogliere questo piccolo patrimonio e quelli che verranno. Da subito l’Archivio di Stato ha messo a disposizione un archivista che sta catalogando e digitalizzando i fondi che vengono accettati, dopo un’analisi approfondita da parte dei membri del comitato, professionisti nell’ambito delle opere sociali, dell’insegnamento e del mondo culturale svizzero italiano.

Nella Svizzera italiana ci sono sicuramente molte altre persone con diversità cognitiva che esprimono i loro sentimenti, gli stati d’animo e le loro esperienze di vita con scritti, disegni, fotografie.

Siamo particolarmente orgogliosi del fatto che il progetto sia partito dal Ticino. L’Associazione Archivio Diversità Cognitiva, una prima svizzera e forse anche internazionale, è un ente di pubblica utilità senza scopo di lucro. Promuove la raccolta di documenti rappresentativi della produzione scritta di persone con diversità cognitiva.

Attraverso i loro scritti, i loro disegni e le opere su carta, le loro testimonianze orali e fotografiche si propone di raccontarne la vita e di testimoniarne le specificità.
In questo senso l’Associazione incentiva lo studio e la valorizzazione di materiali altrimenti destinati a rimanere sommersi.

In pochi mesi di lavoro siamo riusciti a tessere una rete di contatti e di collaborazioni.
Ai primi fondi dell’Archivio Diversità Cognitiva si è già interessata l’Università di Scienze Applicate di Zurigo. Una prima ricerca, effettuata dalla signora Luisa Carrer dell’Istituto di traduzione e interpretazione sugli scritti di Dilva Cometta e Gianmaria Terrani dell’Archivio Diversità Cognitiva, sarà pubblicata nel corso del mese di settembre, a Berlino, da una casa editrice specializzata in campo psico-socio-culturale.
Dallo scorso mese di aprile abbiamo un sito web, www.archiviodiversitacognitiva.ch,
dove si può già trovare e leggere una parte degli scritti dei primi fondi accolti dall’Archivio Diversità Cognitiva e depositati all’Archivio di Stato TI, oltre a vedere le schede delle Espressioni figurate delle persone con diversità cognitiva che comunicano dipingendo.

Nel dare una mano all’archivista dell’Archivio di Stato Ti nel proporre ciò che può essere anche digitalizzato ho ritrovato uno scritto di Gianmaria, dell’agosto 2001, in cui si chiede:”Perché le persone care quando ci lasciano non vengono a raccontarci com’è la vita nell’aldilà? L’aldilà esiste davvero o sono le persone o i parenti che ci raccontano per farci paura o per farci dormire?

In un altro testo ho trovato queste righe, significative: “Io sono qua, ho trovato la serenità perché ho capito che la gente mi vuole bene, perché sono un bravo ragazzo, anche se sono Down, non sono normale come gli altri….”

Interrogativi e riflessioni tracciano un solco nell’animo di chi li sente, di chi li legge.

Graziano Terrani
Ass. Archivio Diversità Cognitiva

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